7° giorno: Arca dell’Alleanza

Canto d'inizio

Saluto

Polisalmo

Antifona: tutta bella sei Maria in te nessuna macchia.
La tua vita santa è gloria della Chiesa.

Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, 
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. (Salmo 147)

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, 
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. (Salmo 45)

Sui monti santi egli l’ha fondata; 
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe. 
Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! (Salmo 86)

Gloria al Padre…

Introduzione alla Parola

Dopo la grande liturgia ai piedi del monte Sinai, quando Mosè firma il nuovo e definitivo patto con Dio con il sacrificio di animali, il cui sangue sigilla l’impegno preso, Dio stesso chiede che le tavole della legge vengano custodite in un’arca di legno prezioso, a perenne testimonianza dell’evento così importante. Lungo il peregrinare di questo popolo, l’arca sarà sempre un punto di riferimento, il luogo dove essere certi di trovare Dio. La Chiesa dà a Maria questo titolo, “Arca dell’alleanza”, per significare il posto che lei occupa nella vita perché è diventata il luogo della presenza viva di Dio, del Dio che in lei si è fatto uomo. Arca dell’Alleanza è la Chiesa che, essendo luogo della presenza di Cristo risorto, è anche il luogo dell’avverarsi del rapporto tra Dio e l’uomo, il luogo certo dove l’uomo di tutti i tempi può realizzare il suo incontro personale con Dio.

Lettura biblica

Dal secondo libro di Samuele (6,1-15)

Davide reclutò di nuovo tutti gli uomini scelti d'Israele, in numero di trentamila. Poi si alzò e partì con tutta la sua gente da Baalà di Giuda, per far salire di là l'arca di Dio, sulla quale si proclama il nome del Signore degli eserciti, che siede sui cherubini. Posero l'arca di Dio sopra un carro nuovo e la tolsero dalla casa di Abinadàb che era sul colle; Uzzà e Achio, figli di Abinadàb, conducevano il carro nuovo. Mentre conducevano il carro con l'arca di Dio dalla casa di Abinadàb, che stava sul colle, Achio precedeva l'arca. Davide e tutta la casa d'Israele danzavano davanti al Signore con tutte le forze, con canti e con cetre, arpe, tamburelli, sistri e cimbali. Giunti all'aia di Nacon, Uzzà stese la mano verso l'arca di Dio e la sostenne, perché i buoi vacillavano. L'ira del Signore si accese contro Uzzà; Dio lo percosse per la sua negligenza ed egli morì sul posto, presso l'arca di Dio. Davide si rattristò per il fatto che il Signore aveva aperto una breccia contro Uzzà; quel luogo fu chiamato Peres-Uzzà fino ad oggi. Davide in quel giorno ebbe timore del Signore e disse: "Come potrà venire da me l'arca del Signore?". Davide non volle trasferire l'arca del Signore presso di sé nella Città di Davide, ma la fece dirottare in casa di Obed-Edom di Gat. L'arca del Signore rimase tre mesi nella casa di Obed-Edom di Gat e il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa.
Ma poi fu detto al re Davide: "Il Signore ha benedetto la casa di Obed-Edom e quanto gli appartiene, a causa dell'arca di Dio". Allora Davide andò e fece salire l'arca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia. Quando quelli che portavano l'arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un giovenco e un ariete grasso. Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino. Così Davide e tutta la casa d'Israele facevano salire l'arca del Signore con grida e al suono del corno.

Lettura patristica

Da “Preghiere e inni” di Balaj Siro

Beata sei, Maria,
perché in te hanno trovato soluzione
i misteri annunciati dai profeti.

Mosè ti rappresentò nel roveto ardente e nella nuvola,
Giacobbe nella scala,Davide nell’arca dell’Alleanza
ed Ezechiele nella porta chiusa e sigillata.

Ed ecco, col tuo parto
oggi tutti quei misteri si sono adempiuti.

Sia lode al Padre che ha mandato il suo Figlio unigenito,
sorto da Maria, liberandoci dall’errore
e glorificandone la memoria sulla terra e nel cielo.

Beata sei, Maria, che lo hai concepito.

Beata che lo hai partorito.

Beata che hai nutrito colui che tutti nutre.

Beata che hai portato nel tuo seno
quel forte che porta il mondo nella sua potenza e tutto governa.

Beata e benedetta te, le cui labbra hanno baciato
quella vampa che consuma il figlio della schiatta di Adamo.

Beata sei tu, perché dal tuo seno è irradiato uno splendore
che si diffonde su tutta la terra, che ora ti chiama beata.

Beata sei tu, perché col tuo latte hai nutrito Dio,
il quale nella sua misericordia si è fatto piccolo
per rendere grandi i miseri.

Orazione conclusiva
O Dio, Padre del Cristo nostro salvatore, 
che in Maria, vergine santa e premurosa madre,
ci hai dato l’immagine della Chiesa,
per la preghiera fiduciosa che abbiamo a lei rivolta
manda il tuo Spirito in aiuto alla nostra debolezza,
perché perseverando nella fede cresciamo nell’amore,
e camminiamo insieme
fino alla mèta della beata speranza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Benedizione e Canto finale


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