5° giorno: Torre della città di Davide

Canto d'inizio

Saluto

Polisalmo

Antifona: tutta bella sei Maria in te nessuna macchia.
La tua vita santa è gloria della Chiesa.

Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, 
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. (Salmo 147)

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, 
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. (Salmo 45)

Sui monti santi egli l’ha fondata; 
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe. 
Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! (Salmo 86)

Gloria al Padre…

Introduzione alla Parola

Davide resterà sempre nella memoria e nel cuore del popolo eletto come la figura garante, potenza di Dio che accompagna il suo popolo e rinnova le “grandi gesta” di un tempo. Maria è la torre di Davide: così si vuol dire che in lei si avvera l’attesa dei secoli e secoli, si rinnova la presenza consolante di Dio che vuole farsi riconoscere come l’unico Dio, il “Dio di Israele”. In Maria si avverano molte delle profezie disseminate nella esperienza gioiosa e luttuosa del popolo eletto, si realizza quel piano già accennato all’inizio dell’umanità dopo la ribellione dell’uomo al suo creatore. La perfezione della devozione di Maria sta in questo, nel suo lasciarsi guidare da Dio, nel seguirlo con tutta se stessa, senza mai pretendere di vedere risultati straordinari misurati sul criterio della gloria umana.

Lettura biblica

Dal secondo libro di Samuele (5,1-12)

Vennero allora tutte le tribù d'Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: "Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: "Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d'Israele"". Vennero dunque tutti gli anziani d'Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un'alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d'Israele. Davide aveva trent'anni quando fu fatto re e regnò quarant'anni. A Ebron regnò su Giuda sette anni e sei mesi e a Gerusalemme regnò trentatré anni su tutto Israele e su Giuda.
Il re e i suoi uomini andarono a Gerusalemme contro i Gebusei che abitavano in quella regione. Costoro dissero a Davide: "Tu qui non entrerai: i ciechi e gli zoppi ti respingeranno", per dire: "Davide non potrà entrare qui". Ma Davide espugnò la rocca di Sion, cioè la Città di Davide. Davide disse in quel giorno: "Chiunque vuol colpire i Gebusei, attacchi attraverso il canale gli zoppi e i ciechi, che odiano la vita di Davide". Per questo dicono: "Il cieco e lo zoppo non entreranno nella casa".
Davide si stabilì nella rocca e la chiamò Città di Davide. Egli fece fortificazioni tutt'intorno, dal Millo verso l'interno. Davide andava sempre più crescendo in potenza e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui. Chiram, re di Tiro, inviò messaggeri a Davide con legno di cedro, carpentieri e muratori, i quali costruirono una casa a Davide. Davide seppe allora che il Signore lo confermava re d'Israele ed esaltava il suo regno per amore d'Israele, suo popolo.

Lettura patristica

Dal “commento al Salmo 126” di Sant’Ilario di Poitiers 

Dio aveva scelto Sion come sua dimora, come luogo del suo riposo. Ed ecco, Sion, dove sorgeva il tempio, è stata distrutta. Dove sarà ora la sede eterna del Signore? Dove il suo eterno riposo? In quale tempio abiterà? Il suo tempio sarà quello di cui è detto: voi siete il tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in voi (I Coro 3, 16). Questa è dunque la dimora e il tempio di Dio, pieno del suo insegnamento e della sua potenza, capace di ospitare Dio per la santità del cuore. Ad esso rendeva testimonianza il profeta: Signore, il tuo tempio è santo, ammirabile nella giustizia (sl. 64, 5-6). La santità, la giustizia, la temperanza dell'uomo sono il tempio di Dio. Questa casa, dunque, deve essere edificata ad opera di Dio...
Le fondamenta devono poggiare sui profeti e sugli apostoli. Deve innalzarsi con pietre vive e tenersi insieme sulla pietra d'angolo; costruirsi con la reciproca unione dei suoi elementi, fino all'altezza dell'uomo perfetto e alla statura del corpo di Cristo; deve infine ornarsi con la grazia e la bellezza dei doni spirituali... Israele, ora prigioniero, contribuirà da ultimo, dopo tutte le nazioni, alla costruzione di questa casa. Questo edificio si moltiplicherà in numerose dimore, grazie ai diversi lavori dei fedeli, contribuendo all'estensione di quella santa città e crescendo in bellezza nell'intimo di ciascuno di noi.
Già da molto tempo il Signore è il vigile custode di questa città, quando protegge Abramo nei suoi viaggi, quando risparmia Isacco sul punto di essere immolato e arricchisce Giacobbe che aveva servito; quando dà autorità in Egitto a Giuseppe che era stato venduto, rende forte Mosè contro il Faraone e sceglie Giosuè come condotti ero nelle guerre; quando libera David da tutti i pericoli e accorda a Salomone il dono della sapienza; quando assiste i profeti, quando rapisce Elia e sceglie Eliseo; quando dà da mangiare a Daniele e rianima con la frescura i fanciulli nella fornace; quando, per mezzo di un angelo, istruisce Giuseppe sul mistero per il quale egli genera se stesso in una vergine, rassicura Maria, manda Giovanni come precursore, sceglie gli apostoli e prega il Padre dicendo: Padre santo, custodiscili: quando ero con essi io li custodivo nel tuo nome (Gv. 17, 11) e finalmente quando egli stesso, dopo la passione, promette di vigilare per sempre su di noi, dicendo: ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo

Orazione conclusiva
O Dio, Padre del Cristo nostro salvatore, 
che in Maria, vergine santa e premurosa madre,
ci hai dato l’immagine della Chiesa,
per la preghiera fiduciosa che abbiamo a lei rivolta
manda il tuo Spirito in aiuto alla nostra debolezza,
perché perseverando nella fede cresciamo nell’amore,
e camminiamo insieme
fino alla mèta della beata speranza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Benedizione e Canto finale


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