4° giorno: Rosa Mistica

Canto d'inizio

Saluto

Polisalmo

Antifona: tutta bella sei Maria in te nessuna macchia.
La tua vita santa è gloria della Chiesa.

Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, 
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. (Salmo 147)

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, 
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. (Salmo 45)

Sui monti santi egli l’ha fondata; 
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe. 
Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! (Salmo 86)

Gloria al Padre…

Introduzione alla Parola

Spesso ritorna nella Bibbia e in ogni espressione poetica la figura di un fiore come simbolo di una persona, di una sua qualità: è una tendenza generale, proprio perché è fiore, che sboccia dappertutto come segno di vita e di bellezza, suscita facilmente una intuizione, un paragone, un parallelo con altre realtà e con alcune persone. Maria è la mistica rosa, il fiore delizioso col suo colore e il suo profumo, Maria è il segno della bellezza infinita a cui ogni uomo è chiamato e di cui porta con sé un desiderio mai del tutto soddisfatto. Ecco il compito della devozione alla Madonna: la “mistica rosa” ci ricorda continuamente la nostra verità di figli di Dio, ricchi della sua stessa natura, simili a lui, e ci invita a inventare una vita degna di queste altezze.

Lettura biblica

Dal libro del Siracide (24, 1-8.11-14)

La sapienza fa il proprio elogio,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria:
"Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo 
e come nube ho ricoperto la terra.
Io ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
Ho percorso da sola il giro del cielo,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio .
Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo,
qualcuno nel cui territorio potessi risiedere.
Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda
e mi disse: "Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi eredità in Israele ".

Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità .
Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell'Ermon.
Sono cresciuta come una palma in Engàddi
e come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura
e come un platano mi sono elevata .

Lettura patristica

Dall’”Inno alla Vergine santissima” di Giacomo di Batna

Dio scese per diventare uomo da una figlia degli uomini. Attratto dalla sua bellezza, la scelse per nascere da lei. E quanto più la grazia a lei concessa superava quella di tutti gli altri uomini, tanto più si deve celebrare la bellezza dell`anima di Maria, che la fece diventare madre di Dio. Per la sua umiltà, purezza e giustizia e per la sua buona volontà essa piacque a Dio e fu scelta. Se un`altra fosse stata più bella di lei, quest`altra sarebbe stata scelta, perché Dio è imparziale, giusto e retto. Se nella sua anima ci fosse stata una sola macchia o un solo difetto, egli si sarebbe scelto un`altra madre, perfettamente immacolata. Per questo ciascuno deve ammirare la Benedetta, essendo stata così bella che Dio la scelse per madre. La sua beltà fu tanto grande quanto la natura ammette, perché il culmine eccelso a cui è giunta non è più oggetto della libera volontà. Fino a un certo punto essa si applicò tutta alla perfezione accessibile all`uomo, ma non certo per i suoi meriti essa poté giungere al punto che Dio è da lei uscito. Per quanto il giusto può avvicinarsi a Dio, anche questa perfetta Beltà gli si avvicinò nell`eccellenza della sua anima; ma che Cristo sia da lei comparso nella carne, fu pura grazia, per la quale dobbiamo celebrare la di lui misericordia. A tal grado giunse la bellezza di Maria, che nessuno al mondo l`ha mai superata. Del resto, diciamo al Signore il «grazie» che a lui si addice per aver riversato senza misura la sua grazia sul creato. Stima la grazia del Figlio che tutti i mondi mai riusciranno a ricompensare con la loro gratitudine; stima i meriti di Maria, perché tra i figli degli uomini nessuno ne ha più grandi. I gradini attraverso cui passò questa eccelsa creatura sono la sua beltà, e poi la scelta a diventare madre del Figlio del Santo. Essa aveva innalzato la sua anima fino alla vetta più alta della perfezione, poi la grazia infinita prese dimora in lei. Il Signore la vide piena dello splendore di santità e volle prendere santa dimora nel suo seno.

Orazione conclusiva
O Dio, Padre del Cristo nostro salvatore, 
che in Maria, vergine santa e premurosa madre,
ci hai dato l’immagine della Chiesa,
per la preghiera fiduciosa che abbiamo a lei rivolta
manda il tuo Spirito in aiuto alla nostra debolezza,
perché perseverando nella fede cresciamo nell’amore,
e camminiamo insieme
fino alla mèta della beata speranza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Benedizione e Canto finale


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